- Mancano pochi giorni al tuo debutto come Giorgio Germont, padre di Alfredo, personaggio chiave nella Traviata di Giuseppe Verdi. Come funziona per te lo studio di un ruolo? Da cosa inizi?
- Per me lo studio di un ruolo comincia con l’analisi del libretto e della trama. Comprendere il contesto, il periodo, la posizione del ruolo nella dinamica della vicenda, se si tratta di un personaggio principale, secondario o "chiave", buono o cattivo, emotivamente forte o debole, e tanto altro ancora, mi aiuta a immedesimarmi e ad arricchire le caratteristiche richieste con un tocco personale di arte scenica. Nel pieno rispetto del patrimonio artistico e del buongusto musicale che ci ha lasciato il compositore.
- Che carattere dai a Giorgio Germont?
- La Traviata, una delle più famose in assoluto, è l’opera della ritrovata comprensione, dell’amore, del sacrificio, del perdono e dell’ascolto. A Giorgio Germont cerco di conferire una sensibilità, che dopo un esordio più brusco, viene alla luce progressivamente e ne caratterizza il personaggio, rendendolo profondamente umano, saggio.
- Che padre è Giorgio?
- Personalmente , non vedo Giorgio Germont come un padre antiquato che sacrifica tutti e tutto pur di mantenere alto l'onore del suo casato. Anzi, Germont è mosso dall’amore di padre per i suoi figli, ma ciò non gli impedisce di accogliere sotto la sua ala paterna anche coloro che si sacrificano per la felicità della sua famiglia. Un padre nobile che accoglie infine Violetta, le sta vicino nella dura prova, la sostiene e non la lascia sola. Sentimenti di carità e comprensione che invece non ha avuto Alfredo pensando solamente a vendicarsi dell’oltraggio subito, senza considerare minimamente il perdono. È un personaggio che si sviluppa in un crescendo emotivo costante, attraverso il quale l'opera ci insegna ad andare al di là delle apparenze.
- Cosa ne pensi di questa nuova produzione di “Traviata”?
- Vivo la nuova produzione come un debutto: con massimo entusiasmo, professionalità e rispetto. La Traviata, che è l'opera più rappresentata nel mondo, e che forse per questo talvolta rischia di diventare una routine per chi la esegue con frequenza, non fa eccezione. Sarà sicuramente emozionante e divertente lavorare in splendida compagnia con nuovi e vecchi amici.
- Quale personaggio di Verdi preferisci?
- Germont rimane uno dei miei favoriti, assieme a Falstaff ed il conte di Monterone, comprimario nell'opera Rigoletto (anch'esso padre)
- Le audizioni di Opera e Lirica hanno fatto molto discutere. Ma per te, che sei un giovane cantante, cosa hanno rappresentato?
- Un’audizione è l’occasione per mettersi sia in luce che in discussione, non bisogna dare mai niente per scontato, ma mettersi in gioco e cercarvi sempre uno stimolo a crescere. Ovviamente mi sento lusingato dagli esiti di quest’ultima audizione, ma prometto di non adagiarmi sugli allori e continuare a studiare e imparare!
- Quali sono i ruoli che sogni di debuttare?
- Spero poter debuttare Rigoletto un giorno. Un padre meno "convenzionale" rispetto a Germont, ma sempre una figura memorabile di padre.
- E i tuoi futuri impegni?
- È in cantiere un Recital di musiche sudamericane. Poi ci sono nell'aria altri progetti, sui quali però non mi sbilancio ancora per scaramanzia. Questo 2018 è iniziato pieno di promesse. Navighiamo a vista… e speriamo di mantenerne il più possibile.
Giusi Cuccaro