Intervista ad Alfredo, Emil Alekperov
Posted by      09/07/2017     Interviews    Comments 0

– Quando nasce la tua passione per il canto lirico e in che modo?  La mia passione per il canto lirico nasce per caso (sempre che il caso esista). Mio padre da giovane era un cantante, a casa nostra si parlava spesso di musica e si ascoltavano molti dischi, ma la lirica era per me un mondo sconosciuto. All’età di 17 anni ho creato un gruppo musicale di musica leggera con un amico. Un giorno questo mio amico si trovava alla fermata dell’autobus, quando per caso il suo sguardo cade sulla vetrina di un negozio che vendeva le caramelle ed essendo goloso per i dolci decide di entrare e così facendo perde l’autobus. Questa sua decisione lo conduce in un luogo dove lui, sempre per caso incontra un insegnante di canto lirico che lo convince a prendere lezioni di canto. Lui comincia a studiare e dopo poco tempo convince anche me: poche lezioni e diventa la passione della mia vita. Entrambi siamo diventati cantanti lirici e più di una volta abbiamo sorriso ricordando come le caramelle ci hanno cambiato la vita. – A quanti anni decidi di trasferirti in Italia?  Avevo 23 anni e studiavo al conservatorio quando ho saputo che un signore stava cercando giovani talenti da presentare ad una audizione in Italia. Sono stato scelto e dopo aver superato l’esame di ammissione all’accademia d’arte lirica città di Osimo, mi sono rivolto al nostro ministero della cultura con la richiesta di sostenere i miei studi e visto che all’epoca post-sovietica io ero uno dei primi cantanti nel nostro paese che aveva possibilità di studiare all’estero, mi hanno concesso una borsa di studio per i tre anni accademici. – Sei venuto subito a Roma? Fino a 2007 ho sempre vissuto a Osimo, dove ho studiato. Sono rimasto sempre affezionato a questa città alla quale mi legano molti bei ricordi. Poi un giorno d’estate decisi di venire a Roma e non sono più riuscito ad andare via. Questa città mi ha davvero incantato. – C’è una persona in particolare che ti ha aiutato quando sei arrivato?  Fra le tante persone che potrei citare, una in particolare è stata mia moglie. Anche lei era una cantante, con una bellissima voce, ci siamo conosciuti in accademia a Osimo dove abbiamo studiato insieme. Mi è sempre stata di aiuto, sostenendomi e consigliandomi in molte decisioni importanti. Anche se le nostre strade alla fine si sono separate, la ricordo sempre con molto affetto. – Cosa ha dato l’Italia di positivo a Emil come tenore? E a Emil come persona?  Quando sono arrivato, grazie all’insegnamento del mio primo maestro A.Goussev avevo già una discreta tecnica vocale che mi permetteva di affrontare molti brani del repertorio operistico, ma il vero passo in avanti di Emil come tenore è stato fatto in Italia. Qui mi sono trovato circondato di molti insegnanti con tanta esperienza come Mario Melani, insegnante di tecnica che veniva dalla scuola di A.Melocchi, la stessa scuola di M.Del Monaco e R.Tebaldi, o come il famoso soprano R.Kabaivanska ma anche S.Segalini e molti altri… La fortuna di vivere in Italia, circondato dalla storia e dal opere d’arte di infinita bellezza, ha contribuito alla formazione di Emil come persona, sviluppando in me il senso artistico. – Descrivi il tuo rapporto con Alfredo, uno dei tuoi ruoli principali  La Traviata era una delle prime opere che ho cominciato a studiare ancora ai tempi del conservatorio e con Alfredo ho un rapporto un po’ particolare. A quei tempi mi piaceva molto una ragazza, cantante anche lei, aveva qualche anno più di me e già cantava al teatro dell’opera mentre io ero solo un allievo e non potevo sperare nel suo interesse per me. Per insegnare l’arte scenica, il conservatorio organizzava gli spettacoli d’opera dove gli allievi cantavano affiancati dai cantanti professionisti e con mia grande gioia, per studiare la parte di Alfredo, mi venne assegnata come Violetta proprio questa ragazza. Ogni giorno di prove insieme mi innamoravo sempre di più così trovai il coraggio di dirle quello che provavo. Tra noi due è nata una grande storia d’amore che ha per sempre condizionato il mio rapporto con Alfredo perché da allora ogni Violetta mi fa rivivere quei giorni. In seguito ho scoperto che la Traviata ha fatto innamorare molte coppie dei cantanti… forse quest’opera ha un po di magia. – Il duetto dei sogni con una soprano, attuale o del passato, quale aria e con chi?  Questa domanda mi mette in difficoltà… Posso dire che mi piace cantare i duetti sono del periodo del Bel Canto e uno dei soprani del passato che preferisco è Anna Moffo, mettiamo le due cose insieme… – Il cd, l’unico, che porteresti su un’isola deserta  Porterei La Bohéme di G.Puccini con L.Pavarotti nel ruolo di Rodolfo, che a mio parere in questo ruolo è insuperabile. – Descrivi con tre aggettivi la tua esperienza a Opera e Lirica  Professionale, perché le cose qui vengono fatte con serietà. Piacevole, perché lavorare qui è un piacere. Costruttiva, perché circondato dai bravissimi colleghi imparo sempre qualcosa. 

Giusi Cuccaro

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